Se siamo ciò che mangiamo con la bocca, siamo sicuramente qualcosa anche grazie a quel che vediamo e mangiamo comunicazionalmente ogni giorno con gli occhi. Dalle segnaletiche ospedaliere, al modulo di constatazione amichevole d'incidente, alle gomme da masticare gettate in terra, ai cartelli "non si danno informazioni", ai manifesti comunali, ai mille modi di applicare il marchio (lo "stellone") della Repubblica italiana, agli scatolami delle Poste che contengono posta, agli immancabili fogli appiccicati col nastro adesivo, alle persiane in alluminio anodizzato, alla pubblicità assai poco creativa e sguaiata delle mitiche imprese del "made in". Anche da questo guazzabuglio assai poco studiato e mai classificato, si forma il popolo di poeti ed esteti. Siamo ciò che vediamo, anche inconsapevolmente.
Nessun commento:
Posta un commento